sabato 6 dicembre 2014

Superstizione e scaramanzia vip PINO INSEGNO

Più che il malocchio, mi tolse  centomila lire... ah ah ah

"Una volta, tanti anni fa, mi sono lasciato convincere da una zingara a levarmi un malocchio, inesistente, e la iettatura vera è stata che ho perso centomila lire... Quelle che ho dato a lei! ah ah ah
Pino Insegno
Le mie scaramanzie invece non fanno male a nessuno, sono più che altro scherzose...
Ricorderò finché campo gli ultimi mondiali vinti dall’Italia... Radunai una ventina d’amici a casa mia per vedere la prima partita e, visto che la nazionale vinse, decidemmo di non cambiarci più i vestiti per tutte le partite successive, finché la squadra non avesse perso. Quei vestiti fortunati non dovevano essere toccati in nessun modo. Nemmeno lavati! La nazionale andò avanti alla grande, passando tutti i gironi, tanto che alla fine ci riconoscevamo dall’odore. Eravamo costretti a fare a turno in bagno per cambiarci e indossare quegli abiti ormai lerci, ma portafortuna, che nessuno osava più mettersi nemmeno se solo per il tragitto necessario a raggiungere casa mia.
Io e un personaggio molto famoso abbiamo invece una scaramanzia che ci lega: lui usa sempre un portacopione che ritiene fortunato perché lo trovò per caso in camerino, senza sapere che fosse il mio. E io non gliel’ho mai detto. Io, invece, mi porto sempre dietro una banconota da cinquemila lire che mi diede lui, che sicuramente non se lo ricorda nemmeno più. Però raccontandolo questi oggetti perdono anche la loro forza... Quindi è meglio stare zitti («E mi raccomando, non scrivere che sto parlando di Maurizio Costanzo!»).
Pino Insegno
Le mie scaramanzie cambiano di spettacolo in spettacolo, a seconda dell’occasione. A volte possono anche essere dolorose: una volta, prima di entrare in scena ho sbattuto il ginocchio sulla quinta: il debutto è andato bene, e da quella volta ho sbattuto di proposito lo stesso ginocchio nello stesso posto, finché sono andate avanti le repliche. Altre volte sono più piacevoli: una sera ho fatto l’amore prima di uno spettacolo che è stato un successo, per cui per tutte le rappresentazioni successive, sono stato costretto, per dovere di scaramanzia, a continuare a farlo! Insomma: la mia regola è che non c’è una regola. Le mie scaramanzie variano: le costruisco a progetto.
Do molta retta ai segni quotidiani, e ogni volta che succede qualcosa di particolare mi creo la mia nuova scaramanzia. Però c’è una curiosa costante: ha piovuto sempre a ogni prima di un mio spettacolo. A un brutto tempo è sempre corrisposto un bel debutto...". 

L'intervista a Pino Insegno è di Gian Maria Aliberti Gerbotto

                                             
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