Quando vincevo non cambiavo nemmeno la biancheria intima
"Se vincevo, alla gara successiva cercavo poi di ripetere in tutto e per tutto quello che avevo fatto in quell’occasione fortunata (racconta Stefania Belmondo). Ripetevo gli stessi
esercizi di riscaldamento, i percorsi, le tempistiche e indossavo di nuovo quei vestiti, tute, scarpe, compresa la biancheria intima.
Stefania Belmondo |
Gli sportivi sono tutti molto scaramantici. Mille
volte ho notato delle mie avversarie portare sempre il cappellino fortunato, la felpa o gli occhiali.
Ricordo un periodo della mia vita in cui sembravo essere perseguitata dal numero 17. Ogni volta che guardavo l’ora, la sveglia o il cronometro, chissà perché, segnava quel numero che per molti porta male. Io ho cercato di non dargli peso, nonostante notassi continuamente questa strana combinazione, e poi la cosa è passata così com’è venuta senza lasciare segno.
Alle gare c’erano poi dei gesti scaramantici di
cui non potevo proprio fare a meno, come il modo
di sistemarmi la tuta, tirandomi su le maniche
poco prima della partenza; la pacca sulla spalla
del mio carissimo massaggiatore e l’immancabile
segno della croce. In tasca intanto mi proteggeva
un’inseparabile corona del rosario.".
Ricordo un periodo della mia vita in cui sembravo essere perseguitata dal numero 17. Ogni volta che guardavo l’ora, la sveglia o il cronometro, chissà perché, segnava quel numero che per molti porta male. Io ho cercato di non dargli peso, nonostante notassi continuamente questa strana combinazione, e poi la cosa è passata così com’è venuta senza lasciare segno.
...intervistandola per SKY TG24 |
L'intervista a Stefania Belmondo è di Gian Maria Aliberti Gerbotto
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