Capto la benevolenza di chi porta male trattandolo bene
"Persino un duro come Benito Mussolini era molto superstizioso; diceva di temere di più uno iettatore che un antifascista. (racconta lo scrittore Roberto Gervaso)
Io, se ogni volta che incontro qualcuno in particolare mi va tutto storto, tendo a evitarlo, facendo però grande attenzione a trattarlo sempre con i guanti. Il mio segreto per sconfiggere gli iettatoriè l’essere con loro molto cortese e garbato. La mia è una sorta di captatio benevolentiae, perché sono convinto che con questo stratagemma ci si riesca a mettere un po’ al riparo dai loro malefici.
Di nascosto poi, non avendo sempre la fortuna di trovare del ferro a portata di mano, mi toccole parti basse, o perlomeno quel che me ne resta.
Insomma, come diceva Benedetto Croce riguardo alla scaramanzia: «Non è vero, ma ci credo». Così se m’imbatto in una scala aperta mi guardo bene dal passarci sotto, e ricordo perfettamente una sera che ho aspettato mezz’ora perché passasse un altro sciagurato, prendendosi lui la iella del gatto nero che m’aveva appena attraversato la strada.
lo scrittore Roberto Gervaso |
"Persino un duro come Benito Mussolini era molto superstizioso; diceva di temere di più uno iettatore che un antifascista. (racconta lo scrittore Roberto Gervaso)
Io, se ogni volta che incontro qualcuno in particolare mi va tutto storto, tendo a evitarlo, facendo però grande attenzione a trattarlo sempre con i guanti. Il mio segreto per sconfiggere gli iettatoriè l’essere con loro molto cortese e garbato. La mia è una sorta di captatio benevolentiae, perché sono convinto che con questo stratagemma ci si riesca a mettere un po’ al riparo dai loro malefici.
Di nascosto poi, non avendo sempre la fortuna di trovare del ferro a portata di mano, mi toccole parti basse, o perlomeno quel che me ne resta.
Insomma, come diceva Benedetto Croce riguardo alla scaramanzia: «Non è vero, ma ci credo». Così se m’imbatto in una scala aperta mi guardo bene dal passarci sotto, e ricordo perfettamente una sera che ho aspettato mezz’ora perché passasse un altro sciagurato, prendendosi lui la iella del gatto nero che m’aveva appena attraversato la strada.
Il mio rapporto con la scaramanzia nacque quando da ragazzo, a una cena da amici, arrivò un ospite ritardatario che aggiungendosi a tavola con noi, nonostante le mie diffide, portò il numero dei commensali a tredici. A fine serata, uscendo dalla casa, gli cadde in testa un vaso di fiori dal secondo piano e oggi, miracolosamente sopravvissuto allo strano incidente, si ritrova con la calotta cranica d’argento. Da allora questa è l’unica mia vera gran superstizione: mai più in tredici a tavola!
Anche se a dire il vero ho molte penne, farfalle e orologi che sono finiti relegati nei meandri di un cassetto perché li portavo in momenti poco piacevoli, sfortunati. Senza tanta logica li ho legati a quella particolare situazione e non li ho più voluti indossare. Una bellissima penna stilografica bianca che portavo nel periodo in cui mi hanno diagnosticato un tumore alla prostata ha fatto quella inesorabile fine, anche se era la mia preferita.".
Anche se a dire il vero ho molte penne, farfalle e orologi che sono finiti relegati nei meandri di un cassetto perché li portavo in momenti poco piacevoli, sfortunati. Senza tanta logica li ho legati a quella particolare situazione e non li ho più voluti indossare. Una bellissima penna stilografica bianca che portavo nel periodo in cui mi hanno diagnosticato un tumore alla prostata ha fatto quella inesorabile fine, anche se era la mia preferita.".
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