"Non ci ho mai creduto, ma confesso che qualche volta anch’io sono stato al gioco e oggi me ne vergogno, rendendomi conto che può anche essere pesante e diffamatorio.
Vittorio Feltri |
Mi è successo di riferirmi a una persona, che si dice iettatoria, chiamandola “l’innominabile”, piuttosto che farne il nome. Mi rendo conto perfettamente che sono stupidaggini, però, spesso per pigrizia mentale o tendenza ludica, qualche volta si fanno sciocchezze di questo tipo.
Ogni tanto, per scherzare sull’argomento, sono anche scivolato nel gesto di mettermi la mano in tasca, per richiamare il volgare scongiuro di toccarsi i coglioni. Ma comunque non ho mai assolutamente pensato, né creduto veramente a un qualsiasi rapporto di causa ed effetto tra un episodio negativo e una persona con la nomea del portasfiga. Sono cose terribili che viaggiano di bocca in bocca a gran velocità... E poi uno si ritrova iettatore anche senza saperlo. Mi sembra però un fenomeno che va scemando, mi pare che ormai la gente finga solo di crederci, ma in realtà non ci pensi proprio.
Per quel che concerne invece le solite scaramanzie, direi che il più delle volte si scherza con queste cose, però chissà perché, nello scherzo, c’è anche una componente che è scaramantica a tutti gli effetti. È un comportamento evidentemente irrazionale, ma che tradisce un travaglio inconscio che emerge in tutta la sua scherzosa drammaticità.
Mi ricordo che da ragazzino, tra gli otto e i dodici anni, camminavo lungo il marciapiede cercando di non calpestare l’intercapedine, ossia le righe tra un lastrone di pietra e l’altro. Dopo sono venute altre cose: per esempio, se mi piaceva una ragazza e desideravo incontrarla, seguivo l’itinerario stradale che in precedenza m’aveva portato fortuna. Ricordavo che il giorno che l’avevo vista casual- mente avevo percorso un certo tragitto, allora cercavo di ripeterlo esattamente. Era un ritualismo che sconfinava nella scaramanzia: quel percorso m’avrebbe portato bene, così l’avrei rivista.
All’università, poi, quando dovevo sostenere un esame, mettevo sempre lo stesso maglioncino blu girocollo che mi portava bene. Un’idiozia! Una sorta di “azione preventiva” di cui non so nemmeno se debba vergognarmene; in fondo sono cose innocenti... Che rilevano però la tendenza d’ogni uomo a temere che esista qualcosa sopra di sé che possa influire sulla propria vita.
Mara Carfagna |
Per quel che riguarda il discorso dell’olio e del sale, invece, sono cose che senti ripetere in casa fin da bambino, dalla nonna o dalla zia, e che poi re- stano incise nella psiche sino a creare una reazione istintiva a proteggersi, facendo i dovuti scongiuri.
Fanno parte di un ritualismo stupido e senza senso, ma è poi normale ubbidirvi in modo schematico, reattivo, irrazionale. Sta di fatto che siamo tutti portati a fare queste sciocchezze. E se io lo faccio poco, è solo perché non ho una cultura così raffinata sull’argomento per conoscerne gli antidoti. Io ci casco, poi mi prendo in giro da solo, ma intanto ci sono cascato.
Non ho invece mai avuto dei portafortuna, ma un Natale quando era ministro, Mara Carfagna mi ha regalato un portachiavi napoletano con un corno d’argento, e considerato che non avevo un portachiavi così tanto carino, adesso lo uso, ma perché me lo ha regalato lei, non certo perché penso abbia dei poteri magici! Il mio non è snobismo, è solo che faccio già molta fatica a credere in dio, figuriamoci queste cose!
Ma
una cosa strana nella vita, a dire il vero mi è successa...
Oriana Fallaci, poco prima di
morire è stata a casa mia per qualche giorno.Non voleva andare in albergo perché era ormai in fin di vita e non voleva essere riconosciuta, così è stata in casa mia una settimana.
Io le cedei la casa per tutto quel tempo e mi sistemai altrove.
La mia casa non è piccola ma vi è una sola camera da letto, cosicché lei dormiva nel mio letto.
Oriana Fallaci |
Ero un po' scosso, quando ad un certo punto ho sentito molto forte la sua voce che mi chiamava.... “Vittorio... Vittorio...”.
La voce era proprio la sua, resa rauca dal fumo.
Mi sono veramente spaventato ed ero sveglio, così urlando ho pregato di andarsene perché avevo paura.
Lei ha insistito a chiamarmi un po' e poi finalmente ha smesso.
Mi ha molto impressionato tanto che me lo ricordo ancora.
E' stata un'esperienza molto schioccante!".
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