La migliore scaramanzia è non avere scaramanzie, ma se cade il copione...
"L’unica mia vera scaramanzia è non avere scaramanzie (racconta Michele Mirabella). Sono convinto che la superstizione porti male. È paradossale, lo so. Si vede che io sono uno scaramantico laico. Ma con questo non voglio dire d’avere una preclusione assoluta verso l’argomento, anzi capirne le origini e il significato mi diverte molto. Così come credo che il più delle volte si tratti semplicemente di pratiche rassicuranti che predispongono a una certa sicurezza psicologica e tranquillità in chi le attua. E da questo punto di vista possono quindi avere un positivo effetto calmante. E allora, se non fanno male al prossimo, va benissimo: ben vengano.
Michele Mirabella |
"L’unica mia vera scaramanzia è non avere scaramanzie (racconta Michele Mirabella). Sono convinto che la superstizione porti male. È paradossale, lo so. Si vede che io sono uno scaramantico laico. Ma con questo non voglio dire d’avere una preclusione assoluta verso l’argomento, anzi capirne le origini e il significato mi diverte molto. Così come credo che il più delle volte si tratti semplicemente di pratiche rassicuranti che predispongono a una certa sicurezza psicologica e tranquillità in chi le attua. E da questo punto di vista possono quindi avere un positivo effetto calmante. E allora, se non fanno male al prossimo, va benissimo: ben vengano.
Io però adoro i gatti, mi piace il colore viola, non mi preoccupo se la mia immagine si frantu- ma in uno specchio e l’evitare di passare sotto la scala, più che una scaramanzia, mi sembra un’ovvietà, visto che può sempre caderci in testa. Ma a dire il vero un rito scaramantico ce l’ho... Fa parte della più antica tradizione del teatro: quan- do mi cade il copione, lo batto tre volte per terra, per scongiurare che “cada” anche la commedia, il dramma... lo spettacolo!
Una cosa che invece mi dà veramente fastidio è vedere l’uso del segno della croce, trasformato in una sorta di gesto scaramantico da tanti calciatori, quando entrano in campo.
Una cosa che invece mi dà veramente fastidio è vedere l’uso del segno della croce, trasformato in una sorta di gesto scaramantico da tanti calciatori, quando entrano in campo.
L'intervista a Michele Mirabella è di Gian Maria Aliberti Gerbotto
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