mercoledì 11 giugno 2014

Scaramanzie e superstizioni vip FLAVIO INSINNA


Sono leopardiano e mi porto sfiga da solo

"Io credo che a volte la sfiga me la sono portata da solo, per via del mio carattere un po’ crepuscolare, leopardiano (racconta Flavio Insinna)... Senza voler scomodare il sommo poeta.
Flavio Insinna
Se ci si lamenta che non si trova parcheggio, è giurato che non si troverà. C’è un mio amico che, quando è lui al volante, troviamo posto anche a New York nell’ora di punta. Se invece guido io, non parcheggiamo neanche nel deserto. E così vale anche per il discorso lavoro. È un problema d’approccio alla vita. Bisognerebbe crederci, avere un po’ più di coraggio e ottimismo.
Discorsi seriosi a parte, è allo stadio che si sca- tenano tutte le mie scaramanzie... Metto sempre il vecchio maglione fortunato e il solito giaccone che indossavo la volta che la Roma vinse alla grande, anche se oramai sono ridotti a brandelli vergognosi. Quando la squadra sta perdendo, uno dei tentativi scaramantici alla disperata, negli ultimi fatidici dieci minuti, è quello d’invertirmi di posto con un mio caro amico. A onore del vero, devo dire che molte volte ha funzionato, e molte altre invece no. A San Siro abbiamo cambiato di posto mentre perdevamo due a uno... E alla fine abbiamo perso tre a uno! Ma lì, o la va o la spacca. È l’estrema scaramanzia!
Un anno, per Roma-Sampdoria, ho preso la macchina fortunata, parcheggiato nel posto fortunato e, per arrivare allo stadio, ho seguito il percorso fortunato. Eppure abbiamo perso! L’anno dello scudetto, la sera del derby d’andata, in pieno inverno, ero a casa di amici a vedere la partita in televisione, e quando sono uscito sul terrazzo a fumare una sigaretta, la mia squadra ha segnato. È chiaro che per scaramanzia sono poi rimasto lì fuori al freddo sino al fischio finale del novantesimo minuto.
Anche quando lavoro sono piuttosto attento a queste cose. A teatro, al momento di salire sul palco, mi allaccio sempre prima la stessa scarpa: quella sinistra! E solo dopo, la destra. Poi, entro in scena seguendo determinate mie traiettorie geometriche che credo portino armonia. 
Ad Affari tuoi, invece, scendo dal camerino passando sempre per la stessa scala. Quella fortunata!
La scaramanzia è un gioco che ti dà coraggio, creando un’atmosfera più positiva. Io non sono d’accordo con chi ne è maniaco, ma se qualcuno mettendosi i calzini rossi per andare al casinò si sente più speranzoso, lo faccia! Più che lasciarsi trascinare dalle scaramanzie, bisognerebbe cercare d’affinare quella piccola sensibilità del proprio istinto che ognuno di noi, senza rendersene conto, ha dentro di sé.
Spesso, guardandomi indietro, mi sono accorto di avere un istinto piuttosto spiccato: delle piccole illuminazioni. I segni che mi mandava erano evidenti. Adesso cerco sempre di lavorare su me stesso, allenandomi a dargli retta.". 

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L'intervista a Flavio Insinna è di Gian Maria Aliberti Gerbotto

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