domenica 29 settembre 2013

Scaramanzia vip e superstizione: VALERIA MARINI


Almeno una volta a settimana: un bel bagno di sale.
Valeria Marini


"Almeno una volta la settimana compio il mio rito: riempio la vasca da bagno d’acqua calda e ci verso dentro due pacchi di sale grosso da cucina; poi mi ci immergo per una bella mezz’ora. Il sale scaccia tutte le negatività accumulate nella settimana. Non c’è niente di meglio. È purificatorio.

Ti libera. Lo consiglio a tutti. Qualche tempo fa invece ho perso la pietra incastonata nell’anello che mi ha regalato mia madre. Ebbene, da allora non sono ancora riuscita a cambiarla e continuo a girare vergognosamente con un anello senza il suo diamante. Può sembrare stupido, ma il pro- blema è che quella fede è da sempre il mio portafortuna e per rimetterla a posto dovrei separar- mene almeno per qualche giorno. Cosa che proprio non riesco a fare. 
Ho anche altri due amuleti del cuore che tengo sempre in borsetta: un piccolo cornetto rosso regalatomi anni fa da una persona cara e una cornucopia d’argento donatami da alcuni fan agli inizi della mia carriera. Presto molta attenzione anche ai colori: se la prima volta che sono salita sul palcoscenico dell’Ariston per presentare il Festival di Sanremo indossavo un vestito color oro, non è certo una casualità.
Agli appuntamenti più importanti della mia vita mi sono sempre presentata indossando abiti rossi o dorati; i miei colori preferiti. Non perché portino bene in sé, ma perché mi piacciono molto e indossarli mi permette di stare bene con me stessa. Mi sento a mio agio e questo sicuramente aiuta affinché le cose vadano nel migliore dei modi.". 

E voi lo fareste un bel bagno con il sale?


venerdì 27 settembre 2013

Scaramanzia vip e superstizione: CARLO CONTI


La signora in viola del pubblico!

"Una volta ad una puntata de L’Eredità c’era una signora seduta in prima fila tra il pubblico, vestita completamente di viola... Appena l’ho vista l’ho sbeffeggiata: «È fortunata che io non sia scaramantico, perché altri miei colleghi l’avrebbero già cacciata dagli studi».

Carlo Conti
Peccato che solo poco dopo siano scoppiate le luci di ben due faretti, poi si sia rotto un monitor, impallati tutti i computer e successe mille altre diavolerie che mi portano a dire che quella sia stata la puntata più sofferta di tutta la stagione! Ma nonostante tutto, io non credo ancora a queste sciocchezze.
Mia madre invece n’era schiava... ricordo il giorno che me ne tornai a casa dopo aver comprato una giacchetta che aveva la fodera interna vagamente violacea: mi disse subito che m’avrebbe portato male e quando poco dopo mi feci davvero male, ebbe gioco facile a dare la colpa alla fodera incriminata.
Nel mio ambiente forse sono una mosca bianca, perché sono circondato da terribili scaramantici. Solo qualche tempo fa ero ospite del programma di un collega e amico, di cui non farò il nome... Quando mi ha passato la scaletta mi ha fatto ridere notare che ai vari punti numerati mancava il punto 17, segnato con un più fortunato 16bis... incredibile!".

E a voi quale colore porta male?


giovedì 26 settembre 2013

scaramanzia vip: CLAUDIO AMENDOLA


Per me niente gatti neri, sale rovesciato o scale!

"Il gatto nero, la scala, il sale... 
Claudio Amendola
Non me ne frega assolutamente nulla! Non sono scaramantico, e non ho nemmeno amuleti o portafortuna. Tutto questo non mi appartiene proprio.
Mi è successo solo di vederla negli altri, la scaramanzia. 
Non avendo mai fatto teatro, ad esempio, non ho mai capito quelli che sbattono il copione in terra quando gli cade. 
Il viola poi è un colore che adoro... Peccato che sia una tinta che gli uomini portano poco, ma per fortuna adesso che è un po’ di moda lo si vede di più.".

anche voi non siete superstiziosi?

mercoledì 25 settembre 2013

Scaramanzia vip e superstizione MARTINA COLOMBARI


Quando mio marito me l’ha tirata!

Gian Maria Aliberti Gerbotto e Martina Colombari



"In un momento della mia vita, quando mio marito (l'ex calciatore Alessandro Costacurta, nda) e io c’eravamo lasciati per un anno, e io frequentavo un’altra persona, durante una vacanza caddi
dalla moto d’acqua e mi spaccai il labbro. Il giorno dopo, Billy lo venne a sapere e mi mandò un sms con scritto: «Vedi che ce l’ho fatta a tirartela!»
Bene, oggi, a distanza d’anni, io e mio marito ci scherziamo ancora sopra, ma io in fondo credo davvero che in quell’occasione me l’abbia in qualche modo “tirata”. Forse involontariamente, ma sono convinta che i suoi influssi si siano fatti sentire. Credo che sia davvero possibile!

martedì 24 settembre 2013

Scaramanzia vip e superstizione DANIELE BOSSARI


Un bicchierino con la Marcuzzi e uno con la Hunziker... portano bene! 

"Il nostro rito scaramantico prima di ogni puntata, ai tempi del Festivalbar era sempre quello del bicchierino. Prima d’entrare in scena e affrontare una piazza dalla platea immensa, come quella che di solito caratterizzava le tappe della gara canora, un piccolo bicchiere di liquore era d’obbligo. Meglio la grappa, ma diciamoci la verità: alla fine qualsiasi bevanda superalcolica andava bene per sciogliere l’adrenalina del momento e darci la carica giusta.
Compagne di brindisi beneaugurati dietro le quinte sono state splendide colleghe conduttrici come Alessia Marcuzzi e Michelle Hunziker. Per allentare la tensione, nel momento clou si alzavano i calici, ci si guardava dritto negli occhi e al classico grido «Merda, merda, merda!» si tracannava il liquore. One shot, ovvero tutto d’un fiato. Poi vai, corri sul palcoscenico e tutto sembra filare con più serenità.
A parte questo rituale portafortuna piuttosto goliardico, non sono scaramantico. Non è il colore del gatto a portare male, è il significato che tu dai all’evento che ti mette in negativo. Dipende tutto da te, altro che gatto!". 

e voi con chi lo berreste un bicchierino porta fortuna?

lunedì 23 settembre 2013

scaramanzia vip e superstizione: LOLA PONCE


Volete vedere la mia collezione di farfalle?

Lola Ponce


"Ero piccola e vivevo ancora nella campagna argentina con la mia famiglia, quando mi sono accorta per la prima volta di una strana combinazione: tutte le volte che una farfalla mi volava intorno, poi mi capitava qualcosa di bello. Era il presagio di qualcosa di speciale che sarebbe accaduto di lì a breve nella mia vita. Da allora le farfalle sono diventate il segno premonitore dei miei successi, e quindi il mio immancabile porta fortuna. 
Gian Maria Aliberti Gerbotto e Lola Ponce
Nel tempo gli amici più cari, le persone che mi vogliono bene, e ultimamente anche i fan, me ne hanno regalate a bizzeffe. Oggi ne ho una collezione intera: farfalle di stoffa, peluche, ceramica e argento. Collanine, bracciali e ciondoli d’ogni genere. 
Ma quella del cuore resta una piccola farfalla scolpita nella pietra, che mi regalò mio padre tanti anni fa. Da quel giorno non me ne sono più separata e la porto sempre con me nascosta nella borsetta. Quando sono triste o giù di tono la tiro fuori e la stringo tra le mani, ritrovando subito la forza per andare avanti serena.

e voi che collezione porta fortuna fate?



domenica 22 settembre 2013

scaramanzie, vip e superstizione: LUCA WARD


L’acquamarina dell’ex suocera funziona sempre!


"Tempo fa mi sono separato da mia moglie, ma ho comunque mantenuto un ottimo rapporto con i suoi genitori. Tanto che oggi il mio unico talismano è ancora la stupenda acquamarina che mi
regalò come portafortuna proprio la mia ex suocera, famosa cantante lirica.
La pietra è incastonata in un ciondolo d’oro bianco appeso alla catenina che portosempre al collo, e quando mi capita di lavorare a uno spettacolo in cui le esigenze dei costumi richiedono che me la tolga, allora finisce nascosta nelle mie tasche, perché non me ne separo per nulla al mondo.
Io ho iniziato a calcare le scene fin da piccolissimo - avevo appena tre anni – e sono così stato presto iniziato alla scaramanzia. 

sabato 21 settembre 2013

venerdì 20 settembre 2013

scaramanzia vip MELISSA SATTA

Vieri non mi ha contagiata con le sue scaramanzie



"A questo mondo se non sei scaramantica ti ci fanno diventare... 
Penso che lo sia il 90 per cento degli italiani, ma io cerco di resistere. 
Oddio, se mi dicono che se non mi tocco subito il naso non mi sposo più, me lo tocco di corsa, ma altrimenti poche cose: non ho paura dei gatti neri, anzi ne ho avuto uno che adoravo. 
Così come non temo di passare sotto le scale, né schivo il viola... Tanto più adesso che va anche di  moda!
Diciamo anche che non ho mai avuto nessun episodio concreto della mia vita che mi abbia fatto credere che ci sia qualcosa di vero in queste superstizioni. Tanto meno nella mia famiglia
page212image45840c’erano persone che temevano la iella. 
Piuttosto Christian (Vieri, nda), lui sì che è più scaramantico. Ha la fobia dei gatti neri e ogni qual volta c’è anche solo nell’aria qualcosa che si dice porti male, corre subito a toccare ferro. Ma io non mi sono mai lasciata trascinare...
L’unico amuleto che uso è brasiliano e me l’ha regalato Thais quando facevamo le veline a Striscia. È una sorta di collanina con la medaglietta di un santo sul davanti e uno sul dietro, per darti una sorta di protezione di fronte e alle spalle... Ogni tanto la indosso, ma sinceramente non so se lo faccio più per scaramanzia vera e propria o per l’affetto che nutro per la persona cara che me l’ha regalata.". 

scaramanzia e mass media

vi proponiamo il link di un articolo che il prestigioso quotidiano dedicò al mio libro sulle scaramanzie dei vip






martedì 17 settembre 2013

SUPERSTIZIONE: scaramanzie calciatori STEFANO BETTARINI


I calciatori sono molto scaramantici

insieme a "Quelli che il calcio" su Rai 2
"Quando giocavo, se la partita della domenica andava bene, la settimana dopo cercavo di ripetere meticolosamente tutto quello che avevo fatto quella prima. Spesso in modo maniacale, quindi non solo rifacendo la medesima preparazione atletica, la stessa regolarità negli esercizi e nell’allenamento; arrivavo addirittura a ripetere anche quello che avevo fatto nella vita privata. Andavo a mangiare negli stessi ristoranti e facevo colazione nei medesimi bar…
Il bello è che quando invece sul campo poi perdevamo scoppiavo a ridere pensando a quanto ero stato stupido.
L’ambiente del calcio è scaramantico e superstizioso almeno quanto quello del mondo dello spettacolo; negli spogliatoi si vede di tutto: c’è chi entra sempre in campo col piede destro, chi si siede sempre nello stesso posto o si lega i lacci delle scarpe in modi strani…
Ricordo Edmundo, quando giocavamo insieme nella Fiorentina, che prese casa a Viareggio, obbligandosi ogni giorno a macinare chilometri per arrivare agli allenamenti, solo perché era convinto che l’aria del mare gli portava fortuna.
Il nostro rito propiziatorio del sabato sera, ai tempi dei ritiri col Parma, era d’ordinare sempre pizze e birre che mangiavamo appena finita la dietetica cena ufficiale cui eravamo costretti. Per farlo avevamo dovuto corrompere un dipendente dell’albergo; l’allenatore aveva capito tutto, ma faceva finta di niente… Portava bene, e la domenica vincevamo!".  

L'intervista a Stefano Bettarini è di Gian Maria Aliberti Gerbotto

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lunedì 16 settembre 2013

scaramanzia : vip e superstizioni MARIA GRAZIA CUCINOTTA

Se mia nonna toglieva il malocchio...


"Da mia nonna Agatina ci andavano davvero in tanti. 
Le comari facevano la fila per sottoporle i casi più strani. 
In Sicilia si diceva che lei fosse in grado di togliere il malocchio. 
E io oggi, come potrei dire che non ci credo? 
L’ho visto con i miei occhi. È una cosa di famiglia.
Credo alla sfiga che ti possono mandare le persone. L’invidia degli altri è micidiale e porta male. 
Non sono scaramantica... Di più! 
Da buona meridionale, come potrei non esserlo?".

E voi credete al malocchio? 

sabato 14 settembre 2013

La scaramanzia dell'autore del blog? Niente strane superstizioni, cartomanti, tarocchi, cornetti o gatti neri. Mi basta un caffè



"Si dice che porti soldi battere tre volte il cucchiaino sulla tazzina, prima di prendere il caffè. Sembra sia una scaramanzia di origine napoletana. In passato chi necessitava di braccianti andava a cercarli nelle taverne, dove c'era sempre un gran vociare, e per attirare l’attenzione dei presenti, dava colpi sulla tazzulella. Questo tintinnare significava che c’era un lavoro in arrivo... quindi soldi!”.
gian maria aliberti gerbotto

E voi, qual'è la vostra scaramanzia?

venerdì 13 settembre 2013

VENERDI' 13 significato


Scaramanzia in inglese ?

Oggi è venerdì 13!!!!!!!!!!!!!!
Lo so che molti di noi pensano che sia venerdì 17 a portare male, ma altri credono che anche il 13 non sia da meno.
E poi siamo nel 2013! Pure!
La diatriba è complessa, ma se sul giorno: il venerdì, siamo tutti d'accordo (la scaramanzia nasce dal fatto che secondo la tradizione cristiana è il giorno in cui morì Gesù sulla croce), diversa è la posizione sulla data.
Se in Italia il numero diciassette porta sfiga, nei Paesi anglosassoni lo sciagurato è invece il tredici.
Perché proprio il 13?
Torna la cultura cristiana: erano tredici i commensali dell'ultima cena di Cristo.
Insomma VENERDI' 13 sarebbe la congiunzione di due sciagure: il giorno e la cifra.


giovedì 12 settembre 2013

superstizione ANTONELLA CLERICI

...c'è chi si fare le carte
Antonella Clerici

"Prima di andare in onda, all’ultimo minuto, bevo sempre una tazzina di caffè, con tanto zucchero e macchiato con un goccio di latte. Spesso lo faccio anche dopo aver già indossato l’abito di scena, mandando nel panico i costumisti, che hanno il terrore che mi possa macchiare il vestito. Ma a volte, quando non ho avuto la battuta pronta, ne ho attribuito la colpa proprio al non avere seguito quest’abitudine, che ormai è diventata una mia vera e propria immancabile scaramanzia.
Alla prima puntata di ogni programma, appena entro nel mio nuovo camerino, mi porto da casa del sale grosso da cucina e lo spargo in tutti gli angoli della stanza. Se poi altri della troupe lo buttano anche sul palcoscenico o sul set, non mi dispiace. Quando registravamo a Napoli Ti lascio una canzone, c’era sale dappertutto.
Di solito, poi, prima di prendere una decisione importante, consulto una mia carissima amica che ci sa fare con le carte. Lei in realtà non è una cartomante di professione, nella vita si occupa di tutt’altro, ma ci azzecca sempre. Anche prima di affrontare la sfida della conduzione del Festival di Sanremo la consultai e mi disse, contro l’opinione di tutti, di andare avanti, che si sarebbe rivelato un grandissimo successo. E anche in quell’occasione ebbe ragione!".

Scaramanzia vip ALBERTO BEVILACQUA




Attenti ai muri, al malocchio e a chi porta jella

"C’è chi afferma che nel nuovo millennio sia una vergogna pensare che ci sia qualcuno che possa portare male... Io rispondo: oggi finalmente cominciamo a pensarlo! Per fortuna!
Questa è una realtà, non una scaramanzia.
La mia vita è stata uno slalom sciistico per cercare d’evitare questa gente che s’insinua nella maniera più subdola anche senza sapere d’avere la peste addosso. La legge del sangue di una generazione vive per secoli, per estinguersi ci vogliono centinaia d’anni. L’hanno ereditato nel sangue! L’unica cosa che possiamo fare è cercare di riconoscerli dagli occhi, o meglio, dal modo di portare lo sguardo... E poi evitarli! Ci sono anche delle situazioni disperate: innamorarsi di una donna che porta male è una delle sciagure peggiori che ti possano succedere!
E il malocchio? Fa parte di una tradizione seria. Il Brasile c’insegna! È la proiezione dell’energia negativa di una persona, consapevole d’averla. Già uno che odia un altro essere uma- no potrebbe farlo, ma gli occorrerebbe seguire un rituale specifico...
Insomma, la scaramanzia si divide in molti capitoli, c’è quella scherzosa, quella che si rifà alla legge del sangue o del cosmo...
Con la maturità, oggi, le mie scaramanzie sono solo più mentali. Quelle pratiche, gioiose, che ho avuto in passato, si sono dissolte verso i cinquanta anni. La mente dopo quella soglia non può più concedersi bizzarrie, altrimenti scivolerebbe rovinosamente nella fissazione, ossessione, mania.
Quando da giovane partecipavo ai concorsi letterari, se al momento dello spoglio ad alta voce dei nomi dei votati non sentivo più chiamare il mio nome, applicavo immediatamente un principio importante delle leggi del Po, dove sono nato e cresciuto, ruotando lentamente tre volte su me stesso in senso antiorario. Un rituale, molto efficace, che serve a cambiare l’onda momentanea negativa.
Ricordo da ragazzo una volta al Premio Campiello lo stupore dello scrittore Mario Tobino, esimio psicanalista. Gli dissi che glielo avrei spie-gato solo a fine spoglio. Il rito funzionò, e naturalmente vinsi io.
Il gatto nero, la scala, il sale... Non sono scaramanzie, sono atti di violazione della logica cor- rente, senza dimenticare che il gatto nero altrove è considerato positivo. La vera scaramanzia nasce soltanto dall’individuo, il resto è mero formalismo.
Per me che sono sensitivo, la scaramanzia è una difesa micidiale. Entrare in una casa e sentire se vibrano energie negative è una salvezza. I muri assorbono le disperazioni degli uomini che hanno abitato quei luoghi e gli oggetti, come dicono in Perù, ne assorbono le energie.
Bisogna difendersi con gli amuleti... La medaglietta che ti danno da bambino è micidiale! Ma anche il mio anello, appartenuto a un maestro ti- betano, è poderoso. Non potrei farne a meno.".

E voi credete al malocchio?
e a chi porta sfiga?

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Aliberti Gerbotto con Margherita Hack
Non è vero, ma ci credo”, e se persino una scienziata razionalissima come l’astrofisica Margherita Hack, coinvolta in un recital teatrale, ammetteva d’essersi lasciata trascinare dal cast, nel poco educato grido beneaugurante tipico dei teatranti, leggendo questo mio blog, non ci si potrà stupire davanti ad un jet set incredibilmente superstizioso…
Questo è emerso dai miei due anni di ricerca in cui mi sono divertito a raccogliere le confessioni dei vip, intervistati sulle proprie scaramanzie più segrete che ho poi in parte raccolto nel mio libro "Il metodo antisfiga".
Ed è così che si scopre che se un gatto nero attraversa la strada ad Emanuele Filiberto di Savoia, il Principe è capace d’aspettare delle ore, fermo sul ciglio della carreggiata, che passi qualcun altro a portarsi via la sfortuna. 
Guai invece a passare il sale di mano in mano se si ha la fortuna di sedersi a tavola con Elisabetta Canalis, o vestirsi di viola se si è anche solo il pubblico di un qualsiasi programma di Carlo Conti, o di verde con Federica Panicucci o 
Paola Perego nei paraggi... Una puntata di Buona Domenica andò a catafascio solo perché una sua assistente nascondeva sotto i pantaloni un paio di slip di quel colore, sostiene senza esitazioni la Perego.
Persino Giorgio Bocca, a suo modo, cedeva alla scaramanzia ed ogni giorno s’inventava un gesto sfortunato che evitava poi di compiere, come preghiera al destino affinché fosse più benevolo.
Ma la cosa più incredibile è notare che nel nuovo millennio, in molti credano ancora a certe superstizioni decisamente più adatte al medioevo… personaggi del calibro di Franco Zeffirelli e Alberto Bevilacqua snocciolano senza esitazione le proprie teorie addirittura su chi porterebbe sfiga, mentre Roberto Gervaso confessa d’evitarli, ma allo stesso tempo di trattarli bene per una sorta di captatio benevolentia.
E se Vittorio Feltri si vergogna se qualche volta è stato al gioco, Vittorio Sgarbi ricorda che gli bastò pronunciare il nome di uno iettatore per scatenare la rissa tra due sue pretendenti, mentre Gigi Proietti testimonia di quella volta che prese addirittura fuoco una poltrona del teatro...
Per Paolo Crepet, ci sarebbe addirittura un uomo molto in alto, che porta male: “Da quando è al potere, le tragedie non si contano più”, fa notare ironicamente lo psicologo.
Aliberti Gerbotto con Elisabetta Canalis
Tutti poi fanno gli scongiuri toccandosi le parti basse, tranne Federica Pellegrini che, rimedia alla naturale impossibilità, scaramanticamente toccandosi il seno.
Il rampante Matteo Marzotto ammette, in un periodo difficile della propria vita, d’aver pensato pure lui al malocchio. Convinto d’esserne vittima è stato il regista Pupi Avati che se lo faceva togliere dalla moglie del truccatore di scena; e lo era Massimo Boldi che si dice capace di riconoscere anche i porta sfiga da alcune precise caratteristiche fisiche: la forma particolare di certe dita delle mani, nonché gli occhi e il naso sottili.
Gli fa eco Maria Grazia Cucinotta, la cui nonna siciliana toglieva il malocchio, come oggi continua a fare con grande successo (solo però per gli amici più cari) Moira Orfei.
All’incredula Rosa Russo Iervolino, glielo toglieva invece la suocera.
Martina Colombari è convinta che se in un’estate “libertina” cadde dall’acqua scooter rompendosi il labbro, fu colpa di Billy Costacurta che, geloso, “gliela tirò”.
Ma la scaramanzia, a volte, può anche avere risvolti positivi come nel caso di Michele Cucuzza che smise di fumare semplicemente fissandosi che le sigarette gli portavano male.
Valeria Marini si difende da ogni negatività concedendosi periodicamente un bel bagno nel sale... “Due o tre pacchi di quello grosso da cucina, versati direttamente nell’acqua calda della vasca.”. 
Aliberti Gerbotto con Bruno Vespa
La sorella di Sofia Loren racconta che la nonna, usava cucirle il sale, persino nell’orlo dei vestiti che indossava ai concorsi di bellezza. Isabella Ferrari, il sale scaccia guai, lo mette persino sotto il letto. E Serena Dandini lo sparge negli angoli dello studio televisivo: “Contro il potere”.
Rimedio più ingegnoso quello di Alessandra Mussolini che con la sua treccina dorata nascosta sotto i capelli tiene a bada gli sguardi malevoli con cui una collega parlamentare una volta riuscì ad attaccarle il mal di schiena… Dice.
Qualcun altro, al parrucco, preferisce il buon vecchio santino, magari ben riposto nel portafogli, come il neo-folgorato sulla via di Damasco Paolo Brosio o il venerabile Licio Gelli che vi conserva quello donatogli da Madre Teresa in persona. Persino l’ateo poeta Tonino Guerra, prima di mettersi a letto, baciava un santino russo. Vietato parlare di santini invece con Giorgio Forattini, soprattutto quelli di Padre Pio!
Inseparabili porta fortuna sono poi la collanina della nonna per Milly Carlucci, le farfalle di Lola Ponce, il chiodo storto di Giulio Scarpati, le tartarughe di Maurizio Costanzo
Fabrizio Frizzi condusse parecchie puntate su Rai 1, indossando sempre le stesse mutande fortunate.
Aliberti Gerbotto con Andreotti
Anche la numerologia ha una parte importante nel discorso scaramantico: Federico Moccia, dopo aver subito un brutto incidente in motorino, non siederà mai più in tredici a tavola. Vissani pur di evitare il numero nefasto, una volta fece cenare con loro il cameriere. Il diciassette, unanimemente considerato un numero poco fortunato, è invece il preferito di Lele Mora. Sarà anche per questo che ultimamente le cose sembrano non andargli molto bene?
Spesso sono gli stessi vip a spiegare il perché, secondo loro, un gesto o un oggetto sia diventato sinonimo di buona o cattiva sorte: Alessandro Cecchi Paone sostiene che alla base della scaramanzia del cornetto si nasconda l’antico culto del fallo maschile.
Ancora sorprese poi nello scoprire alcuni personaggi insospettabilmente non scaramantici, tra cui spicca Lino Banfi, autore della prefazione del mio libro, dal passato d’esilarante protagonista di film come Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio; e il napoletano doc Luciano De Crescenzo che si giustifica sfoderando la sua laurea in ingegneria.
Mentre Ottavio Missoni si chiede perché i gatti, per par condicio, non si arrabbino quando incrociano un uomo bianco, Oliviero Toscani afferma d’essere così fortunato che sono i gatti neri a toccarsi le palle quando lo vedono, e il ginecologo Severino Antinori, ironizza che i veri gatti neri sono le persone ipocrite. L’onorevole Capezzone, sottolinea che gli scaramantici soffrono il doppio; sfidano invece la sorte il premio Nobel Dario Fo che ama debuttare di venerdì, e Paolo Villaggio che in un momento lavorativo difficile, per accaparrarsi il suo quarto d’ora di notorietà, non esitò ad inventarsi la profezia di una sua imminente morte.
Bruno Vespa debuttò su Twitter il giorno che wikipedia annunciava la sua morte, per smentirla. 
Aliberti Gerbotto con il Presidente Napolitano
Molti politici sono scaramantici... Giulio Andreotti, quando qualcuno pensò di organizzargli una grande festa per i suoi 90 anni, ironizzò: "Di feste in mio onore ne  parleremo quando ne compirò cento!". 
Giorgio Napolitano una volta eletto Presidente della Repubblica è subito andato a vivere al Quirinale, sfatando la scaramanzia che aveva portato molti suoi illustri predecessori a non traslocare in quella residenza "maledetta". Ma da buon napoletano tiene sparsi nei sui cassetti molti cornetti portafortuna.
Nessun timore ha invece scosso il Ministro Calderoli, quando gli si ruppe il corno regalatogli da alcuni parlamentari partenopei.

mercoledì 11 settembre 2013

SUPERSTIZIONE



SUPERSTIZIONE 
...scaramanzia, fortuna, cartomanzia, gatto nero, cornetto portafortuna, far cadere il sale, venerdì 17, porta bene, porta male, viola, malocchio... ad ognuno la sua 

Avvertenze del Cicap

Causa ed effetto: una questione per niente semplice
Una vecchia storiella narra di un viaggiatore che lanciava periodicamente palline di carta dal finestrino del treno. Un passeggero incuriosito gli chiese il perché di quella strana pratica: «Serve a tenere lontani gli elefanti» rispose il viaggiatore. Dopo che il suo compagno di viaggio gli fece notare che in quella zona non esistevano affatto elefanti, il viaggiatore replicò: «Vede che la mia tecnica funziona!»
foto di Renato Trucco
La nostra mente spesso ci inganna, creando relazioni tra fenomeni che in realtà sono assolu- tamente estranei l’un l’altro. Se due eventi si verificano contemporaneamente viene abbastanza spontaneo considerarli legati da un meccanismo di causa ed effetto: se si verifica il primo, si veri- fica anche il secondo (i latini dicevano: «post hoc, ergo propter hoc»). Tuttavia si tratta di una conclu- sione azzardata, poiché i fenomeni potrebbero essere assolutamente indipendenti nonostante la sequenza temporale. Il rischio di cadere in simili trappole è particolarmente alto quando si esaminano eventi che possono avere più cause: a volte può essere estremamente difficile distinguere quelle vere da quelle apparenti.
Le comuni superstizioni consistono proprio in errate attribuzioni di relazioni di causa ed effet- to. Nel comportamento superstizioso, infatti, ci si aspetta che l’adozione o l’omissione di un dato comportamento possa influenzare eventi futuri («Tocco un ferro di cavallo così le cose mi andran- no bene», «Non passo sotto una scala per evitare sciagure future» eccetera). Tuttavia gli eventi che ci si propone di influenzare avvengono in maniera del tutto indipendente da quello che noi facciamo. La relazione tra il nostro comportamento e la realizzazione di un certo evento è quindi del tut- to casuale. Solo casualmente infatti ci può essere una correlazione, ma credere che essa sia in realtà dovuta a un meccanismo di causa ed effetto è del tutto infondato. La superstizione nasce quindi da un’errata valutazione della causalità che, no- nostante venga smentita nella maggior parte dei casi, viene ritenuta vera basandosi solo su pochi eventi isolati (che magari non sono accaduti nemmeno a noi stessi, ma ci sono semplicemente stati raccontati da altri) che sembrano confermarla.
foto di Renato Trucco

Animali e uomini egualmente superstiziosi

Il comportamento superstizioso è stato oggetto di numerosi studi ed è abbastanza singolare aver scoperto che esso non è una prerogativa degli esseri umani. Anche gli animali possono essere su- perstiziosi. I primi studi pionieristici in tal senso furono fatti dallo psicologo americano Burrhus Frederic Skinner. Skinner scoprì una singolare forma di apprendimento chiamato “condiziona- mento operante”. In questo processo di apprendimento un animale constata una relazione di causa ed effetto tra un suo comportamento e determinate conseguenze che possono gratificarlo (ad esempio l’erogazione di cibo). Skinner progettò delle gabbie munite di una leva, azionando la quale si apriva un dispensatore di cibo e mise un piccione all’interno di una delle sue gabbie. Il dispensatore di cibo tuttavia non era collegato alla leva, ma a un meccanismo a tempo che eroga- va il cibo indipendentemente dal fatto di azionare o meno la leva. Ciò nonostante, il piccione cominciò a ripetere il comportamento che, in maniera del tutto casuale, stava attuando l’attimo prima dell’erogazione del cibo. Skinner fece l’esperimento con diversi piccioni e ciascuno elaborò una sua particolare superstizione: un soggetto girava su se stesso, uno allungava il collo verso un angolo della gabbia, un altro tirava su la testa con uno scatto, un altro ancora sembrava spazzolare con il becco l’aria sopra il fondo della gabbia e due dondolavano la testa. I piccioni avevano cioè stabilito un rapporto di causa ed effetto del tutto erroneo: una vera superstizione.
Al di là di quella che è l’esperienza di ognuno di noi, che anche l’uomo possa assumere compor- tamenti superstiziosi quando viene posto nelle stesse condizioni dei piccioni di Skinner è stato dimostrato da un curioso esperimento condotto dal giapponese Koichi Ono dell’Università Kona- zawa di Tokyo. Alcuni studenti universitari volontari vennero rinchiusi in una particolare stan- za con un tavolo sul quale erano fissate tre leve. Sulla parete di fronte al tavolo venne posiziona- to un contatore che segnalava un punteggio che veniva interamente gestito da un computer. Agli studenti venne detto che avrebbero dovuto cercare di guadagnare più punti possibile, senza dire loro però in che modo avrebbero potuto farlo. Gli studenti ovviamente non sapevano che nessuna delle loro azioni sarebbe stata efficace ai fini del conseguimento del punteggio. Molti studenti, al pari dei piccioni di Skinner, svilupparono comportamenti superstiziosi. Molti azionavano in vari modi le leve. Altri, pensando che le leve non avessero alcun effetto, assunsero i comportamen- ti più bizzarri quali arrampicarsi sul tavolo, picchiare sul muro, sul contatore o saltare ripetuta- mente fino a toccare il soffitto.

Le superstizioni classiche
Una superstizione è sostanzialmente una creden- za in fatti empiricamente rilevabili che non sia so- stenuta da dimostrazioni concrete. Molte persone che vi credono lo fanno a livello puramente emo- tivo e non sempre ammettono pubblicamente le loro credenze. Diversi antropologi hanno appro- fondito lo studio delle origini di certe supersti- zioni raggiungendo risultati sicuramente degni di attenzione. Innanzi tutto è interessante analizzare l’etimologia di certi termini, quali: supersti- zione, malocchio, iettatura. Nel mondo romano la parola superstitio indicava un eccesso di pratiche e osservanze religiose. Secondo lo storico Jean- Claude Schmitt il termine deriverebbe da super- sto, ovvero “essere al di sopra”, inteso nel senso di “essere testimone”. Appare inoltre probabile che l’origine del termine sia da ricercare nel ver- bo arcaico superstito che significava “preservare, far durare, far sopravvivere”. Quindi le pratiche superstiziose avrebbero come scopo il preservare la vita, evitando pericolose influenze. Il termine malocchio deriva invece sicuramente dal presun- to potere malaugurante che veniva attribuito allo sguardo di certe persone (mal-occhio). La stessa origine può essere attribuita al termine iettatura, poiché le influenze negative venivano, per così dire, “gettate” dall’occhio malevolo. Con il tempo l’occhio perse il monopolio di fonte di influenze negative, di conseguenza i termini malocchio e iettatura furono impiegati in generale per indica- re qualsiasi tipo di effetto malefico generato da persone, animali o cose.
L’elenco delle superstizioni sarebbe lunghissimo e il loro studio ha fatto emergere una vasta ca- sistica fortemente dipendente dalle varie culture locali. Alcune superstizioni sono molto diffuse anche in Italia, ed esaminare la loro origine può essere divertente e illuminante.
Cominciamo con la credenza che attribuisce conseguenze negative al sale o all’olio versati accidentalmente. L’origine di tale credenza è molto prosaica e se vogliamo, in qualche misura, ra- zionale. Sia il sale che l’olio, nell’antichità, erano beni preziosi e molto costosi, di conseguenza una loro perdita accidentale veniva giustamente con- siderata una disgrazia. Da questa motivazione originaria trasse poi origine tutta una serie di al- tre superstizioni e di effetti magico-religiosi legati a questi preziosi condimenti. Il sale e l’olio sono, infatti, parte integrante di numerosi riti, sia nella religione cristiana sia in altre confessioni.
Superstizione gatto nero
Un’altra superstizione molto diffusa è quella legata alla rottura degli specchi. Sin dal mito di Narciso che si innamorava della propria immagi- ne riflessa, gli specchi hanno avuto una particola- re attenzione da parte del pensiero magico e mi- tologico. L’immagine riflessa veniva in qualche modo considerata un altro io, e in qualche modo assimilata all’anima o allo spirito (tra l’altro sem- bra che etimologicamente spectrum e speculum abbiano un’origine comune). Di conseguenza appare plausibile pensare che gli effetti negativi le- gati alla rottura di uno specchio nascano dall’idea che la distruzione della propria immagine riflessa possa preludere, in qualche modo, alla propria.
Una delle superstizioni più comuni è quella legata ai gatti neri. Il gatto, fin da epoche remote, è stato considerato un animale inquietante carico di particolari caratteristiche magiche e sacre. Probabilmente ciò è dovuto alla sua particolare agilità che gli consente di apparire e scomparire rapidamente, alla particolare luminosità dei suoi occhi nel buio e al suo incedere silenzioso. Il gatto nero, poi, a causa del colore notoriamente associato al lutto, è stato investito di particolari influenze nefande. Va tuttavia osservato che in certe culture, ad esempio negli Stati Uniti, il gatto nero è stranamente considerato di buon auspicio.
I numeri hanno da sempre esercitato uno straordinario fascino sull’uomo. Com’è noto, nell’an- tichità la scuola pitagorica elaborò una vera e propria mistica numerologica con la quale si cer- cava di interpretare il mondo. Retaggi di queste concezioni si ritrovano nelle numerose super- stizioni legate ai numeri. Gli esempi più comu- ni sono quelli legati al 13 e al 17. Mentre appare certa l’origine delle credenze sul numero 13 in relazione al tradimento di Gesù Cristo, più incerta appare quella relativa al 17. Probabilmente risale a qualche evento infausto verificatosi in tale data. Secondo alcuni deriverebbe invece dal fatto che, in numeri romani, il 17 si scrive XVII che, opportunamente anagrammato, può formare VIXI che significa vissi e che presuppone quindi la morte. Altro numero che gode di grande attenzione da parte dei numerologi è il 666 che, secondo la tradizione biblica, rappresenterebbe l’anticristo (Apocalisse 13:18).
Visto che l'autore di questo blog vuole intervistare sull'argomento molti personaggi del mondo dello spettacolo, è doveroso fare un cenno all’origine della superstizione, molto praticata soprattutto in campo teatrale, che consiste nel pronunciare la famosa “parola di Cambronne”, prima dell’inizio di ogni rappresentazione. Sembra che il potere beneaugurante di questa parolaccia risalga ai tempi in cui a teatro si andava in carrozza. I cavalli, come è noto, adempiono spesso ai loro bisogni fisiologici sulla pubblica via e osservare molta...”merda” davanti al teatro significava molto pubblico e quindi lauti guadagni per i teatranti. Nel mondo dello spettacolo è anche piuttosto diffusa la superstizione nei confronti del colore viola, considerato malaugu- rante. All’origine di questa credenza vi è l’usanza, diffusa nel Medioevo, di vietare nel periodo della Quaresima gli spettacoli teatrali e quelli pubblici che si tenevano per le vie o le piazze delle città. Nello stesso periodo i preti indossavano appun- to una stola viola. Ovviamente la proibizione di tenere rappresentazioni teatrali causava gravi di- sagi economici ad attori e saltimbanchi. Anche se molti non sanno il perché, ancora oggi il colore viola è quindi bandito in televisione e in teatro.

La diffusione delle false superstizioni

Come abbiamo visto, le false credenze e superstizioni nascono spesso da esperienze che fanno dedurre erronei rapporti di causa ed effetto. Tuttavia nella nostra specie la maggior parte delle false credenze non viene sviluppata in seguito a esperienze dirette del soggetto ma, come molte delle cose che sap- piamo, viene appresa per trasmissione culturale. Anche in questo campo però non abbiamo l’e- sclusiva. Anche negli animali infatti i compor- tamenti superstiziosi possono essere trasmessi
culturalmente. Lo ha ampiamente dimostrato con i suoi studi sui merli l’etologo Eberhard Cu- rio dell’università di Bochum, in Germania. Un merlo era stato condizionato ad avere paura di un oggetto o un animale assolutamente innocuo. Una volta messo in libertà trasmise questa paura, assolutamente ingiustificata, anche ai suoi simili.
Le false credenze si diffondono rapidamente, soprattutto nella nostra società dominata oramai dall’informazione. Occorre inoltre osservare che molti, per svariati motivi, hanno interesse affinché esse prosperino. Chi ha interesse a far sì che certe credenze si diffondano e attecchiscano nella socie- tà, spesso utilizza diverse tecniche. Da un lato c’è chi sfrutta i meccanismi di propagazione tipici dei pettegolezzi, del sentito dire, delle leggende e delle stesse barzellette: ovvero il passaparola. Non di rado questo meccanismo fa anche appello al principio di autorità: lo ha detto la tv, il giornale o un personaggio famoso. 

Silvano Fuso 

docente - responsabile Scuola Cicap