Quando mio marito me l’ha tirata!
"In un momento della mia vita, quando mio marito (l'ex calciatore Alessandro Costacurta, nda) e io c’eravamo lasciati per un anno, e io frequentavo un’altra persona, durante una vacanza caddi
dalla moto d’acqua e mi spaccai il labbro. Il giorno dopo, Billy lo venne a sapere e mi mandò un sms con scritto: «Vedi che ce l’ho fatta a tirartela!»
Gian Maria Aliberti Gerbotto e Martina Colombari |
"In un momento della mia vita, quando mio marito (l'ex calciatore Alessandro Costacurta, nda) e io c’eravamo lasciati per un anno, e io frequentavo un’altra persona, durante una vacanza caddi
dalla moto d’acqua e mi spaccai il labbro. Il giorno dopo, Billy lo venne a sapere e mi mandò un sms con scritto: «Vedi che ce l’ho fatta a tirartela!»
Bene, oggi, a distanza d’anni, io e mio marito
ci scherziamo ancora sopra, ma io in fondo credo
davvero che in quell’occasione me l’abbia in qualche modo “tirata”. Forse involontariamente, ma
sono convinta che i suoi influssi si siano fatti sentire. Credo che sia davvero possibile!
Così come credo che ci siano delle persone negative. Quando sento identificare qualcuno come portasfiga, cerco di evitarlo un pochino, di non dargli troppa corda... Ma di solito queste persone si autoeliminano, vengono emarginate inevitabilmente, un po’ allontanate. È come se lo sentissero. Io non mi ci relaziono, cambio strada, invento una telefonata. Cerco un’alternativa, una via di scampo, una via d’uscita... E quando è il caso tocco ferro. Anche se poi, in realtà, non ricordo che mi sia poi mai successo nulla di concretamente negativo.
Se parliamo invece di portafortuna, il mio è un fiocchettino rosso di raso, ma non so da dove arrivi: me lo diede mia mamma o mia nonna, non ricordo bene. E quando mio figlio era piccolo sotto la sua culla mettevamo sempre qualcosa, santini, immaginette sacre, di Padre Pio, cose del genere...
In realtà non sono molto scaramantica, però seguo quelle scaramanzie classiche che ci portiamo dietro per tradizione, quindi: se incontro un gatto nero, aspetto; non passo sotto la scala; il sale lo butto dietro la schiena. Anche perché ormai diventano degli automatismi, anche inconsci, e non so quanto ci creda poi veramente. Se devo lavorare, ed è una cosa importante, non mi vesto di viola. Se mi cade il copione sul set o su di un palcoscenico lo batto a terra tre volte, e questa è una scaramanzia tipica degli attori e della cinematografia. Lo specchio... potrei impazzire, perché sette anni sono tosti, ma per fortuna non mi è mai successo.
Così come credo che ci siano delle persone negative. Quando sento identificare qualcuno come portasfiga, cerco di evitarlo un pochino, di non dargli troppa corda... Ma di solito queste persone si autoeliminano, vengono emarginate inevitabilmente, un po’ allontanate. È come se lo sentissero. Io non mi ci relaziono, cambio strada, invento una telefonata. Cerco un’alternativa, una via di scampo, una via d’uscita... E quando è il caso tocco ferro. Anche se poi, in realtà, non ricordo che mi sia poi mai successo nulla di concretamente negativo.
Se parliamo invece di portafortuna, il mio è un fiocchettino rosso di raso, ma non so da dove arrivi: me lo diede mia mamma o mia nonna, non ricordo bene. E quando mio figlio era piccolo sotto la sua culla mettevamo sempre qualcosa, santini, immaginette sacre, di Padre Pio, cose del genere...
In realtà non sono molto scaramantica, però seguo quelle scaramanzie classiche che ci portiamo dietro per tradizione, quindi: se incontro un gatto nero, aspetto; non passo sotto la scala; il sale lo butto dietro la schiena. Anche perché ormai diventano degli automatismi, anche inconsci, e non so quanto ci creda poi veramente. Se devo lavorare, ed è una cosa importante, non mi vesto di viola. Se mi cade il copione sul set o su di un palcoscenico lo batto a terra tre volte, e questa è una scaramanzia tipica degli attori e della cinematografia. Lo specchio... potrei impazzire, perché sette anni sono tosti, ma per fortuna non mi è mai successo.
Uno dei miei agenti, prima
dei lavori più grossi, al momento dell’entrata in
scena, al posto del solito “merda” d’incoraggiamento, lui mi dice sempre «Aus». È un in bocca al
lupo che mi segue ormai da quasi vent’anni, dal
suono che ricorda la pronuncia di “house”, casa
in inglese, nato assolutamente per caso e senza
nessun significato logico quando, subito dopo la
mia vittoria a Miss Italia, mi sono ritrovata lanciata in diretta su Canale 5 con Claudio Cecchetto a
presentare Un disco per l’estate.".
e a voi chi ve l'ha tirata?
e a voi chi ve l'ha tirata?
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