giovedì 12 settembre 2013

Scaramanzia vip ALBERTO BEVILACQUA




Attenti ai muri, al malocchio e a chi porta jella

"C’è chi afferma che nel nuovo millennio sia una vergogna pensare che ci sia qualcuno che possa portare male... Io rispondo: oggi finalmente cominciamo a pensarlo! Per fortuna!
Questa è una realtà, non una scaramanzia.
La mia vita è stata uno slalom sciistico per cercare d’evitare questa gente che s’insinua nella maniera più subdola anche senza sapere d’avere la peste addosso. La legge del sangue di una generazione vive per secoli, per estinguersi ci vogliono centinaia d’anni. L’hanno ereditato nel sangue! L’unica cosa che possiamo fare è cercare di riconoscerli dagli occhi, o meglio, dal modo di portare lo sguardo... E poi evitarli! Ci sono anche delle situazioni disperate: innamorarsi di una donna che porta male è una delle sciagure peggiori che ti possano succedere!
E il malocchio? Fa parte di una tradizione seria. Il Brasile c’insegna! È la proiezione dell’energia negativa di una persona, consapevole d’averla. Già uno che odia un altro essere uma- no potrebbe farlo, ma gli occorrerebbe seguire un rituale specifico...
Insomma, la scaramanzia si divide in molti capitoli, c’è quella scherzosa, quella che si rifà alla legge del sangue o del cosmo...
Con la maturità, oggi, le mie scaramanzie sono solo più mentali. Quelle pratiche, gioiose, che ho avuto in passato, si sono dissolte verso i cinquanta anni. La mente dopo quella soglia non può più concedersi bizzarrie, altrimenti scivolerebbe rovinosamente nella fissazione, ossessione, mania.
Quando da giovane partecipavo ai concorsi letterari, se al momento dello spoglio ad alta voce dei nomi dei votati non sentivo più chiamare il mio nome, applicavo immediatamente un principio importante delle leggi del Po, dove sono nato e cresciuto, ruotando lentamente tre volte su me stesso in senso antiorario. Un rituale, molto efficace, che serve a cambiare l’onda momentanea negativa.
Ricordo da ragazzo una volta al Premio Campiello lo stupore dello scrittore Mario Tobino, esimio psicanalista. Gli dissi che glielo avrei spie-gato solo a fine spoglio. Il rito funzionò, e naturalmente vinsi io.
Il gatto nero, la scala, il sale... Non sono scaramanzie, sono atti di violazione della logica cor- rente, senza dimenticare che il gatto nero altrove è considerato positivo. La vera scaramanzia nasce soltanto dall’individuo, il resto è mero formalismo.
Per me che sono sensitivo, la scaramanzia è una difesa micidiale. Entrare in una casa e sentire se vibrano energie negative è una salvezza. I muri assorbono le disperazioni degli uomini che hanno abitato quei luoghi e gli oggetti, come dicono in Perù, ne assorbono le energie.
Bisogna difendersi con gli amuleti... La medaglietta che ti danno da bambino è micidiale! Ma anche il mio anello, appartenuto a un maestro ti- betano, è poderoso. Non potrei farne a meno.".

E voi credete al malocchio?
e a chi porta sfiga?

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