Da pompiere: sotto quante scale!
"La mia carriera mi ha portato in giro per il mondo e ben presto ho capito che le scaramanzie variano di Paese in Paese. Quello che qui porta male, porta fortuna altrove. Tipico esempio il gatto nero, scongiurato da noi e considerato un portafortuna oltremanica. Oppure i colori: in Francia si schiva il verde, in Spagna il giallo, in Italia si teme il viola. Così, alla fine, mi sono accorto che tutto quello che riguarda le scaramanzie è piuttosto relativo.
Dove abito io, a Trastevere, c’è un simpatico gatto nero che gira per il quartiere ed è stato adottato con entusiasmo da
tutti. È adorabile e nessuno si preoccupa del fatto che abbia il pelo corvino.
Giuliano Gemma |
"La mia carriera mi ha portato in giro per il mondo e ben presto ho capito che le scaramanzie variano di Paese in Paese. Quello che qui porta male, porta fortuna altrove. Tipico esempio il gatto nero, scongiurato da noi e considerato un portafortuna oltremanica. Oppure i colori: in Francia si schiva il verde, in Spagna il giallo, in Italia si teme il viola. Così, alla fine, mi sono accorto che tutto quello che riguarda le scaramanzie è piuttosto relativo.
Dove abito io, a Trastevere, c’è un simpatico gatto nero che gira per il quartiere ed è stato adottato con entusiasmo da
tutti. È adorabile e nessuno si preoccupa del fatto che abbia il pelo corvino.
Sul set mi sono imbattuto spesso in queste superstizioni ricordo ancora la volta in macchina
con un famosissimo regista che mi ha fatto fare
il giro del globo pur di non tirare dritto dopo che
un gatto nero ci aveva tagliato la strada.
In un’altra occasione, su di un set francese, notai che sul copione in italiano c’era scritta la parola “corda”, mentre in quello francese era tradotto “ficelle”. Mi spiegarono che oltralpe, “corde” non si può pronunciare per scaramanzia e allora nel cinema si usa un sinonimo. Figuratevi poi sotto quante scale sono passato, quando da ragazzo facevo il militare nei vigili del fuoco... Sarei dovuto morire mille volte! Il mio armadietto, inoltre, era il 287, numero le cui cifre sommate danno diciassette. Per fortuna quel numero non mi ha mai spaventato: l’aero da cui feci il primo lancio con il paracadute l’aveva addirittura stampato sulla carlinga!".
In un’altra occasione, su di un set francese, notai che sul copione in italiano c’era scritta la parola “corda”, mentre in quello francese era tradotto “ficelle”. Mi spiegarono che oltralpe, “corde” non si può pronunciare per scaramanzia e allora nel cinema si usa un sinonimo. Figuratevi poi sotto quante scale sono passato, quando da ragazzo facevo il militare nei vigili del fuoco... Sarei dovuto morire mille volte! Il mio armadietto, inoltre, era il 287, numero le cui cifre sommate danno diciassette. Per fortuna quel numero non mi ha mai spaventato: l’aero da cui feci il primo lancio con il paracadute l’aveva addirittura stampato sulla carlinga!".
Prima fila complimenti...
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